insieme a Leopoldo Verona

Inserita a Marzo 5, 2017

insieme a Leopoldo Verona per sentire il mistero della bellezza, sempre antica e sempre nuova.

“Sento bruciare ancora l’ansia della bellezza e piangerei al pensiero del tempo perduto senza far niente per costruirla. Eppure essa vive, nascosta in ogni attimo, in ogni spazio e non attende che essere scoperta. E vive rivestita d’informale, di vago, d’apparenza, di sozzura e vive nelle pieghe della noia, si cela nell’assurdo del dolore. Inchiodata terrò nel mio pensiero quest’ansia nuova e non trascurerò nessun particolare che, in qualche modo, riesca a custodire la tacita nudità che la contiene; e non vivrò se non per riconoscere ciò che realmente, semplicemente la compone; e troverò la forza di non cedere all’inganno che la tiene prigioniera. Più forte canterò della voce di lui. Più dolce e più decisa la mia musica distruggerà l’involucro di morte che con disprezzo attenta alla sua vita. E la vedrò apparire solenne nella sua fragilità   

e    d i v e r r à    s o s t a n z a    d e l    m i o    v i v e r e .

“A guardare… natura, cose, persone, con occhio festoso non solo l’occhio stesso ne trae beneficio – e attraverso di lui tutto il corpo dentro e fuori – ma anche natura, cose, persone ne ricevono. Si potrebbe dire, davvero, che diventano più belle. Attenzione che ciò vale anche per quanto – in natura, cose, persone – di brutto ci possa essere in loro, ammesso che ci sia: diventa + bello”.

Sì, proprio così, anche il brutto, guardato con occhio “festoso”, diventa + bello. “Un brutto + bello?”. Sì – lo ripeto – anche il brutto diventa + bello! Prova”.

Leopoldo Verona, (Fiumara di Piraino, 1951) poeta e cantautore contemporaneo, un amico capace di superare gli angusti limiti di tempo e spazio per… abitarli, accoglierli, trasformarli e andare oltre lo steccato.

insieme a Emily Elizabeth Dickinson

Inserita a Marzo 4, 2017

Come indelebile traccia profumata d’eterno si diffonde nel vento la tenera e forte voce di Emily Elizabeth Dickinson; essa si innalza e supera la contingenza dello spazio, del tempo… per giungere a noi così, semplicemente ma profondamente ancorata alla materia, alla carne, alla natura tutta in cui trova il suo suono melodioso… eco inesauribile d’armonie cosmiche!

 

La bellezza non ha causa: esiste.

Inseguila e sparisce. Non inseguirla e rimane.

Sai afferrare le crespe del prato quando il vento vi avvolge le sue dita?

Iddio provvederà affinché non ti riesca.            

Emily Elizabeth Dickinson (18301886) poetessa statunitense.

 

La creatività umana, sembra ricordarci la Dickinson, può esaltare una bellezza che, per rimanere tale, dev’essere priva d’ogni interesse strumentale, puro dono coltivato e curato. Chissà, forse proprio questo è il paradiso, la miglior condizione di felicità per l’essere umano, un ambiente che non è tanto un luogo ma… un itinerario.

“Caminante no hay camino se hace camino al andar” (“Viandante, non c’è la strada, la strada si apre percorrendola”) canta Antonio Machado

insieme a Gianni Rodari

Inserita a Marzo 4, 2017

Ettore Goffi incontrò la scrittura di Gianni Rodari anni fa per raccontarla ai suoi figli piccoli e… con grandissima gioia considerando la qualità della sua penna magnifica! Incontrò Gianni Rodari stesso che si raccontava per risvegliare l’intimo incanto di ogni uomo…

Ecco un Suo fantastico testo sull’esperienza concreta di un pittore – ma, per estensione, di molti artisti onesti e sinceri con la loro ricerca creativa. Sono versi scoperti anni fa, pochi minuti prima dell’inaugurazione di una personale di Ettore Goffi a Brescia. Moglie e figli erano apparsi inaspettatamente, all’improvviso, facendogli una sorpresa con la recitazione, davanti al pubblico intervenuto, della poesia che segue:

Una volta c’era un pittore povero in canna, non aveva nemmeno un colore e per fare i pennelli si era strappati i capelli.

Andò dal padrone del blu e gli disse:

“Per favore dammi tu un po’ di colore per dipingere un cielo. Ma mica tanto, un soffio, un velo”. “Vattene, vattene fannullone, pezzo di accattone se non vuoi che ti lisci il groppone col bastone!”

Andò dal padrone del giallo e gli disse così:

“Prestami qualche avanzo di colore, abbastanza per fare un girasole”. Ma quello lo aggredì con un torrente di male parole.” “Pezzente delinquente la finisci di seccare la gente!”

Andò dal padrone del verde, andò dal padrone del bruno, ma non gli dava retta nessuno.

Infine pensò: “Il rosso ce l’ho!” Detto fatto un dito si tagliò.

E il rosso gocciò sulla tela: era una lagrima appena, una perla di sangue, ma tinse in un istante la tela intera. Rossa come un falò di primavera, rossa come una bandiera, come un milione di rose.

E il povero pittore adesso che aveva un colore si sentì più ricco di un imperatore!

 

Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980), scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in testi per bambini e ragazzi e tradotto in moltissime lingue.

insieme a Liliana Cosi

Inserita a Marzo 4, 2017

Liliana Cosi è una ballerina classica, testimone della bellezza come esperienza calda, inarrestabile e coinvolgente, capace di superare perfino la cortina di ferro della guerra fredda (così venne chiamato il periodo storico in cui visse, oltre quella cortina, anche nell’Europa dell’est), di ogni violenza sempre in agguato. Troviamo la sua storia in Étoile, la mia vita, Liliana Così, Città Nuova, Roma, 2007

“Quando ho cominciato a studiare balletto a dieci anni, mi veniva tutto spontaneo mi sembrava tutto nomale, poi a vent’anni le prime emozioni, ero sempre felice forse perché mi accontentavo di poco, a trenta cominciavo a rendermi conto di quello che mi mancava, pretendevo di più, a quarant’anni ricordo che dopo ogni spettacolo ero così scontenta d’aver l’impressione d’aver fatto il peggior spettacolo della mia vita, sognavo la perfezione e non la raggiungevo, a cinquanta ero più tranquilla e con pazienza e umiltà ho scoperto tante altri modi, oltre alla tecnica, che mi potevano aiutare nell’espressione artistica, a sessanta … non ho più un minuto libero!

Pensando di rivolgermi anche ai giovani, vorrei dire che questa tensione, anche se sembra irraggiungibile, è estremamente stimolante e necessaria per l’artista, altrimenti si chiuderebbe in sé stesso, invece può suscitare in lui energie impensate e una grande capacità e forza di lavoro.

Mi ha confortato riscontrare questo nei grandi artisti che ho avuto occasione di conoscere da vicino o dei quali ho letto qualcosa delle loro vite. L’aspetto del lavoro non è da sottovalutare per l’artista – anche se si pensa spesso che non sia così – rende più sacre le sue opere, è una specie di purificazione. Noi artisti abbiamo tanto bisogno di purificarci, nel senso che è facile crederci qualcuno, e così si può diventare antipatici e ci si allontana dalla gente.

Mi è piaciuta la simpatica definizione che fa dell’artista Jaques Maritain, dice: “L’artista è un povero Dio”, sì perché Dio crea, invece l’artista soffre!”

Liliana Cosi (Milano,1941) ballerina di danza classica italiana.

insieme a Mozart

Inserita a Marzo 4, 2017

Insieme a Mozart, a Wolfgang Amadeus Mozart… Che scrivere di lui? Genio, talento ineguagliabile regolatoci dalla Divina Provvidenza, patrimonio dell’Umanità? Sicuramente il linguaggio convenzionale non esprime chi fosse davvero. Solo la Sua musica può rendere giustizia al suo lavoro creativo e all’intera sua esistenza. Certo rimane un artista come pochi altri al mondo!

Il Suo genio e talento lo hanno trasformato, plasmato, hanno intriso di senso divino la sua musica ispirata ma… non gli hanno risparmiato certo la sofferenza per cercarlo. Il paradosso è che il grande musicista austriaco lo donava a piene mani senza trovarlo neppure in sé stesso. E’ quel mistero insondabile di un dolore amato che trascende l’Opera di ogni artista poiché la Sua realizzazione gli sfugge costantemente di mano malgrado ne sia fonte zampillante e inesauribile.  La porzione di travaglio  per incarnare la bellezza concreta di nuovi suoni, forme e colori, infatti, spesso com-porta l’uscita dalla nuvoletta in cui si ritiene, erroneamente, sia protetto l’artista. Fuori può far tanto freddo e il ghiaccio, come si sa, può tagliare e far molto male. La felicità rimane un’aspirazione costante a cui tendere perfino per coloro che hanno ricevuto il talento di parteciparla nei secoli!

Ecco quanto dichiarò Mozart al riguardo:

“Non so spiegarti la mia sensazione, è un certo vuoto – che mi fa male davvero – un certo desiderio che non si appaga mai, e quindi non cessa mai – dura sempre, anzi cresce di giorno in giorno (1791)

Se la gente potesse leggere nel mio cuore, dovrei quasi vergognarmi – per me tutto è freddo – ghiacciato (1790).

Vivere bene e vivere felici sono però due cose differenti e la seconda, senza qualche magia, non mi capiterà di certo. Per questo dovrebbe accadere qualcosa di veramente fuori dal naturale.”

 Wolfgang Amadeus Mozart  (Salisburgo,1756 – Vienna, 1791), compositore, pianista, organista, violinista e clavicembalista austriaco.

insieme… guardo

Inserita a Marzo 4, 2017

Uno sguardo insieme! Anche negli occhi dei passanti lo troviamo, lì dove possiamo cogliere la stessa ansia e aspirazione al Bello che trascende tutti noi, inconsapevolmente, e ci abita. Uno sguardo insieme è più profondo, complice di un riflesso del Bello perché gli occhi trovati sono lo specchio dell’Anima.

Non vedere, guardiamoci negli occhi, acrilico su tela, cm 50x40

Non vedere, guardiamoci negli occhi, acrilico su tela, cm 50×40

“Ora l’interno è anche ‘fuori’, è diventato anche fenomeno e si può vedere; l’esterno è anche ‘dentro, è sentito e vissuto e può essere assunto nella propria viva esperienza. Nello spazio dell’opera d’arte le cose sono tutte le une con le altre l’uomo è ad esse vicine come mai può verificarsi nella realtà immediata”.

“Ciò che di conseguenza si esige nella conoscenza dell’opera d’arte, è non soltanto il vedere e l’ascoltare, come per gli oggetti che ci stanno sempre attorno; ancor meno è il gioire e il compiacersi dei consueti godimenti. L’opera d’arte piuttosto apre uno spazio in cui l’uomo può entrare, e là respirare, muoversi e intrattenersi con le cose e gli uomini ivi apertisi. Ma per questo egli deve impegnarsi: e qui si chiarisce, in un suo particolare aspetto, quel compito che per noi moderni è pressante quanto forse nessun altro, quello cioè della contemplazione. Noi siamo diventati degli attivisti e ne andiamo superbi; in verità abbiamo disimparato a stare in silenzio, a raccoglierci, ad aprirci, a guardare e a far salire in noi le cose essenziali. Per questo, così pochi fra noi hanno, a dispetto di tanto parlare d’arte, un autentico rapporto verso l’arte. I più vi avvertono bensì qualcosa di bello; spesso si intendono anche di stili e di tecniche; talvolta non vi cercano che quanto vi si può rinvenire di materialmente interessante o sensualmente eccitante. Ma il vero rapporto con l’opera d’arte non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Esso consiste nel farsi silenziosi, nel raccogliersi, nel penetrare, nel guardare, spiare, partecipare, desti i sensi e l’anima aperta. Allora si mostra il mondo nascosto nell’opera.”

Romano Guardini (Verona,1885 – Monaco di Baviera,1968), presbitero, teologo e scrittore italiano naturalizzato tedesco.

insieme… ascolto

Inserita a Marzo 4, 2017

Ascolto insieme sussurri, grida, voci e suoni piacevoli e sgradevoli. Ascolto insieme colui che disse: “Abbiamo solo una bocca per parlare e due orecchie per ascoltare: ascoltiamo almeno il doppio!” Quindi va benissimo anche dal triplo in poi? Sicuramente. L’attenzione, tuttavia, è come il buon senso, è merce sempre più rara ma non impossibile da praticare e valorizzare, basta provare. Forza e coraggio!

Trionfo degli angeli, acrilico su tavola, cm 70x50

Trionfo degli angeli, acrilico su tavola, cm 70×50

Il titolo dell’opera non è casuale: lo sfondo è un soffio di vento ora leggero ora profondo, ora notturno ora diurno dove il caldo e il freddo delle tonalità si temperano nella melodia suonata dai musicisti. Le trombe gialle si stagliano nette per vibrare le loro note ora acute, ora gravi nell’orizzonte che le accoglie. Queste trombe splendenti sono luci accese durante il buio dei nostri silenzi, il triste mutismo di un dialogo spezzato perché ha dimenticato la propria origine, quel baricentro che si colloca nell’immagine centrale del ventre materno, una costante comunicazione che ci nutre; i fasci luminosi che diffonde sono energia vitale il cui flusso compone un concerto di uomini nuovi. Ascoltiamolo…

 Ascoltare è semplice ma… difficile. La parola semplice è difficile da capire essendo troppo vicina alla natura e al suo perfetto equilibrio tra disarmonie ed armonie. Difficile per noi che ci siamo allontanati da questa natura e tutto ciò che è artificiale ha preso il sopravvento, ha inquinato la nostra umanità spesso ridotta solo a consumo. Eppure la parola semplice è la più diretta, personale e, paradossalmente, universale perché può richiamarci alla nostra origine, semplice appunto. Purtroppo ciò che è semplice viene confuso spesso con ciò che è superficiale o banale che… – nonostante il titolo d’effetto della Arendt, “La banalità del male” – è, invece, sempre un male come si spiega bene qui… .

Ecco perché la nostra educazione all’ascolto raramente è sufficiente.

Auguri a tutti, allora, affinché l’ascolto suddetto aumenti tra noi.

 Ettore Goffi

insieme a Lorenza Vignola

Inserita a Marzo 4, 2017

Lorenza Vignola, un’amica di Ettore Goffi davvero speciale per la sua sensibilità, per la visione comune del mondo che li distingue, per la sua creatività generativa di bellezza quotidiana… perché… poeticamente vive l’essere umano sulla terra.

Ecco, dunque, come la sua poesia interpreta il lavoro dell’amico pittore:

La culla ci culla, mista su tela, cm 120x80

La culla ci culla, mista su tela, cm 120×80

Giostra della vita

Ruota di giostra  /  pianto di bimbo mai nato.  /   Ruota sul prato  /   Riso di bimbo accettato. Manca la volontà di capire qual è la Verità da seguire!

Ascolta il tuo cuore  /  mano di uomo: non strappare il fiore  /   non attirare il tuono, l’urlo di Dio  /  che per pietà  /  s’è fatto mio   sotto altrui volontà.

E’ scritto da secoli, non ti disfare  / della vita dei piccoli  /  ti fa condannare!

Ruota di giostra  /  Riso di bimbo beato  /  Sotto ridente Fato…

 

Una donna forte, olio su tela, cm 80x60

Una donna forte, olio su tela, cm 80×60

Donna forte                                              

Una donna forte  /  non teme quasi nulla  /  ma poi dietro le porte  /  le lacrime fan culla.

Raccolgono paure  /  di errori ed omissioni  /  per cui non ci son cure  /  son troppe le ambizioni.

Avanzan come spettri  /  danzano le ombre oscure  /  formano ampi specchi  /  suonano note dure.

Lei sa di essere forte  /  e cerca di sghermirle  /  ma poi dietro le porte  /  non riesce ad assalirle.

Vorrebbe esser felice  /  libera come il vento  /  ma il tempo non lenisce  /  il suo gran tormento.

Sol la Misericordia  /  dettata dall’Amore  /  un poco le ricorda  /  Chi è il vero dottore!

Allora sì che il canto  /  vola come un uccello  / si libera d’incanto  /  ripete il ritornello:

chi crede d’esser forte  /  di soli sforzi umani  /  chiude tutte le porte  /  alla magia delle Sue mani!

 

Dopo il temporale mista su tela cm 100x48

Dopo il temporale, mista su tela, cm 100×48

Arcobaleno

Anche stavolta ha seguito il temporale  /  facendosi forza fra le nubi  /  di certo la sua bellezza è originale  /  e la sua potenza sono scudi.

Abbraccia in una volta cielo e terra  /  accorcia la distanza tra creato e Creatore  /  per chi crede questa legge è ferrea: tutto è opera di nostro Signore!

Cielo e terra cantan le meraviglie  /  lo stupore nasce dopo ogni scoperta,  /  dopo la pioggia il sole scioglie le briglie  /  e sul mondo cala a colori una coperta.

Lorenza Vignola (Genova, 1966) poetessa contemporanea

 

insieme a Clive Staples Lewis

Inserita a Marzo 4, 2017

insieme a Clive Staples Lewis si sta bene, insieme a Clive Staples Lewis si può dipingere il Cielo, la Terra, il Fuoco, l’Acqua…

Incognita avventura all'imbrunire, olio su tela, cm 70x50

Incognita avventura all’imbrunire, olio su tela, cm 70×50

“Silenzio, adesso!”, esclamò improvvisamente il mio Maestro. Eravamo in vicinanza di alcuni arbusti e dietro a questi c’erano uno dei Consistenti e uno Spettro che in apparenza egli aveva appena incontrato. I contorni dello Spettro sembravano vagamente familiari, ma subito mi resi conto che sulla terra non avevo mai visto lui personalmente, ma la sua fotografia sui giornali. Era stato un famoso pittore.

“Dio!”, disse lo Spettro guardando il paesaggio all’intorno.

“Dio che cosa?”, chiese lo Spirito.

“Che cosa significa ‘Dio che cosa?”, replicò lo Spettro.

“Nella nostra grammatica, Dio è un sostantivo.”

“Ah, vedo. Io voglio dire solo ‘perdio’, o qualcosa di simile. Intendo dire… be’, tutto questo. E’…è… vorrei dipingerlo.”

“Non mi preoccuperei di questo per il momento, se fossi in te.”

“Senti: a qualcuno è permesso continuare a dipingere?”

“Contemplare viene per primo.”

“Ma io ho già avuto agio di osservare. Ho guardato tutto quello che volevo. Dio! Mi auguro di aver portato tutte le mie cose con me.”

Lo Spirito scosse il capo, sprizzando faville dai suoi capelli. “Questo genere di cose qui non va bene.”

“Che cosa vuoi dire?”

“Quando tu dipingevi sulla terra – almeno negli ultimi tempi – ciò avveniva perché riuscivi a cogliere sprazzi di Paradiso nel paesaggio terrestre. Il successo della tua pittura era dovuto al fatto che gli altri non erano in grado di percepirli. Ma qui stai vivendo la cosa in sé. E’ da qui che ti arrivavano i messaggi. Qui non sta bene parlare di questa contrada in quanto ormai la si è vista. In effetti, noi riusciamo a vederla meglio di te.”

“Allora non esiste alcuna possibilità di pervenire a un miglioramento nel dipingere, qui?”

“Non dico questo. Quando ti sarai arricchito come Persona (è giusto tutti dobbiamo farlo) vi saranno alcune cose che tu vedrai meglio di chiunque altro. Una delle cose che tu dovrai fare sarà appunto parlare riguardo a questo. Ma non ora. Attualmente il tuo compito consiste nel guardare. Vieni e guarda. Ciò non ha fine. Vieni e nutriti”.

Clive Staples Lewis, tratto da: Il grande divorzio – Un sogno

insieme a Sergio Sensi

Inserita a Marzo 4, 2017

Sergio Sensi è un amico artista di Ettore Goffi.

Sergio Sensi nasce a Cagliari nel 1966. Introdotto alla musica dal papà e da alcuni maestri di musica classica inizia così una carriera semi-professionale. Suona in diversi teatri, in Sardegna, e partecipa pure a vari festival musicali popolari. Si coltiva e si cimenta anche nella scrittura creativa, sia nell’ambito della composizione musicale che in quella letteraria. Quasi per gioco, così, è pronto per le sue pubblicazioni: Fra cieli e poesia, MEF l’Autore Libri Firenze Editore, 2008 – In un’unica magia – Sergio sensi ed Ettore Goffi, Allstar (digital printing excellence), 2020 – Quando nascono i pensieri, Il Filo di Arianna Editore, La Spezia, 2021

Circa la musica si specializza anche in musica popolare eseguendo in concerto composizioni di Astor Piazzola, Paco de Lucia e Baden Powell senza distogliere l’attenzione dalle meraviglie della musica popolare napoletana e sarda. Certo, Sergio Sensi, artista a tutto tondo, come per tutti i colleghi creativi onesti, non esaurisce la sua ricchezza umana e professionale nella ricerca  costante di nuove epifanie di bellezza che ci dona a piene mani. La sua evoluzione esistenziale sembra far sua l’espressione di Bertol Brecht sul far confluire tutte le arti nell’arte più grandi di tutte: quella di vivere.

 

Papaveri e aquiloni, cm 100x80, mista su tela

Papaveri e aquiloni, cm 100×80, mista su tela

Vorrei dormire in quadri campi e panorama tutto colore.

Che bello e’ il cielo blu…  /  dove prati fan disegno  /  e nuvole incorniciano: quadri campi  /  in veste primavera.

Vorrei dormire,  /  e, ancora, sognare…  /  Stelle ed esteso cielo…  /  alberi squadrati e cirri aquiloni,  /  libellule…  /  tra vapori di mari in terre finite.

Giallo Sole, azzurro Cielo,  /  un conico imbrunito arancio:  /  vorrei qualita’ di panorama,  /  dove tutto e’ chiaro e non spengono colori “.

Dalie, coriandoli d’ argento,  /  filanti stelle:  /  Vorrei dormire in quadri paradisi  /  e arredamento super-colore…

Che bello e’ il cielo blu…  /  dov’ arie son colorate  /  e venti intonano.

Vorrei eterea vita.

 

Sergio sensi (Cagliari, 1966), poeta, compositore e arrangiatore musicale contemporaneo